20/07/2015. Sei anni fa con l’arresto di Rubeis affondava il centrodestra e si scoprivano magagne e zozzerie. Non ce lo dimentichiamo

Qualche pillola per ricordare un passato imbarazzante che sta condizionando fortemente il presente. Corruzione, concussione, tangenti, ricatti, voragini in bilancio grazie all’amministrazione del Sindaco Barbet sono ora solo un pessimo ricordo.

Questa mattina Facebook mi ha ricordato che verso le 10 di Lunedì 20 luglio 2015, ero in commissione Urbanistica, nella stanza dell’Assessore. Ricordo il freddo che faceva li dentro, uno dei consiglieri voleva l’aria condizionata al massimo.
Ero seduto sulla poltroncina di pelle di fronte all’ampia scrivania e all’improvviso si aprì di schianto la porta alla mia destra per mano di un consigliere dell’allora maggioranza di Centro Destra più attuale Polo Civico che agitatissimo e visibilmente colpito ci disse: “Hanno arrestato Eligio!“. Il freddo nella stanza aumentò, ma a dare i brividi più di tutto fu il silenzio solido e concreto che prese il sopravvento.

Passarono interminabili istanti prima che un altro consigliere di maggioranza disse “E adesso?” dando il via ad una tempesta di constatazioni, considerazioni, intenzioni sul futuro, telefonate. Cento domande, tranne una: Perchè lo hanno arrestato? Lo chiesi io. Altri attimi difficili. 

Poi tutti mi guardarono con un’espressione come a dire: Vabbè, che importa? E invece a me importava. Alla Città importava. Non per il capo di imputazione scritto sul mandato d’arresto, o perlomeno non solo. Alla Città importava la risposta a quella semplice domanda perchè avrebbe dato la dimensione, la cifra di quanto un’amministrazione che io contestavo in consiglio assieme a Sebastiano Cubeddu, Serenella Di Vittorio, Monia Felici e contestavo fuori con tutti i numerosi attivisti dell’epoca perchè da sempre eravamo convinti che prima o poi sarebbe arrivato il giorno che la magistratura avrebbe messo la parola fine a suon di carte bollate su un pessimo modo di fare politica. 

Un Collage di titoli, aiuta alla memoria.

A giorni sarebbero stati tantissimi i titoli che parlavano chiaramente di malaffare, di corruzione, di concussione, di tangenti, di camicie su misura, di giornali coi soldi dentro infilati nei frigoriferi, di botte, di atti amministrativi vergognosi, di gite a Terni, di bilanci falsati, di buffi di allora che diventano debiti fuori bilancio che paghiamo noi ora, di pranzi e cene nei ristoranti a carico del comune, di bocce di vino e di grappa. Questo era “il PUTTANAIO”, termine venuto fuori dalle intercettazioni e che dipingeva puntualmente l’amministrazione capitanata da politici che all’epoca o anche oggi fanno capo a Forza Italia, Fratelli d’Italia, Polo Civico, Lega, e listarelline varie. 

Venne poi il Prefetto, a gestire la situazione particolare: un Sindaco agli arresti è sempre un Sindaco, e finchè non torna libero o il tribunale non si pronuncia, è in carica, lui e tutta la sua giunta e la sua maggioranza. Ma di fatto non c’è, e allora il Prefetto affida il comune ad una coppia di lettere identiche: FF, il Vicesindaco diventa Sindaco, ma Facente Funzione. E se la Funzione richiamata è quella di procedere nella direzione indicata da Rubeis, il successo è pieno: nei successivi mesi verranno arrestati proprio il FF, un consigliere comunale di Forza Italia, una paio di dirigenti, qualche funzionario, oltre a imprenditori vari.

E’ cronaca poi che la certificazione della morte dell’amministrazione avvenne in consiglio quando un’aula nervosa e con una maggioranza litigiosa, votò contro un bilancio definito da molti di loro come “FALSO”.
Passano altri giorni, arriva il Commissario Prefettizio Giuseppe Marani. E man mano che legge le carte che trova (tante non si troveranno mai), scopre che il buco in bilancio, è una voragine, una Fossa delle Arianne. Neanche commissario e vicecommissari riescono a stare dietro ai numeri: 10 milioni un giorno, 20 milioni dopo qualche settimana, 50 milioni alla fine dei conti. Una condanna, assolutamente necessario mettere le tasse al massimo, vendere i terreni, farsi prestare i soldi dallo stato (26,5 milioni), e far mettere la faccia del prossimo Sindaco (chiunque sarebbe stato) nel taglio dei servizi, delle manutenzioni, del personale. 

Una condanna, l’ho già detto. Ma sembra che troppi se lo siano dimenticato.

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